MUAC?



                  I WAS BORN IN 1993


Su di lui...

Alla ricerca di se stessi nelle opere di MUAC

Non è facile scendere nelle profondità dell'artista Muac, il quale non racconta nulla di se stesso, non ci fornisce indicazioni sulla sua identità ma lascia parlare le sue opere, che oserei definire, di Arte fotografica anch'esse avvolte da una coltre di mistero.
L'artista ci invita a seguire solo noi stessi, provi da costrizioni, da sovrastrutture mentali che ogni giorno ci tediano. Muac ci consente di fare un viaggio introspettivo volto alle nostre radici, andando ad aprire quei surrealistici cassetti della memoria che sono chiusi dalla polvere del tempo.
Partendo dal titolo della serie "Parallel Universe", l'artista ci invita ad addentrarci liberi in un altro universo, un nuovo emisfero... Forse quello mentale? Uscendo da tutte le costrizioni che ostruiscono il flusso libero dei pensieri, sono infatti le emozioni, le suggestioni che l'artista cattura con la fotografia ma che mediante la lavorazione digitale riesce a plasmare dando vita e voce ai pensieri. Ciò che riusciamo a percepire è un frammento materico che suscita sensazioni ed emozioni che si incontrano e si scontrano facendo emergere suggestioni che vivono mediante il colore. Viola e giallo - due opposti - si incontrano e danno vita ad un'esplosione emozionale.
Nell'opera Nightmare Mammoth, la narrazione di un incubo che Muac raffigura come proiezione della sua mente, ci coinvolge e di avvolge facendoci percepire quasi una sensazione di inquietudine, il fruitore è spaesato nell'osservare questa porzione di realtà.
Occorre aprire la propria mente, farsi guidare dal pensiero, non serve un coinvolgimento prettamente visivo, ciò che conta è la percezione. Siamo liberi spaziare, di muoverci nelle opere dell'artista, di farle nostre con il pensiero, la forza delle suggestioni che emergono nel buio di un incubo.
Sono pensieri che si condensano in frammenti di vita, è il flusso del tempo, delle suggestioni, delle emozioni che si assemblano negli scatti impressi nella mente dell'artista Muac.
Le sue opere incarnano la sua identità senza volto, perché che conta è la sensazione, la tattilità della mente che spazia nella porzione di realtà che l'artista cattura e fa propria, sfumando i contorni e addensando il pensiero nel fulcro dell'opera.
 

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